La dimistichezza con servizi bancari o postali, spesso non è il forte di tutti, a tratti di nessuno. Andiamo più nello specifico a chiarirci le idee ed iniziamo dal codice Bic.
Bic: il significato dell’acronimo
Iniziamo dalle origini la parola Bic sta per : nome identificativo della banca, in inglese, Bank identifier code, ed è un dato necessario che qualsiasi istituto di credito ti chiede nel caso in cui tu debba eseguire un bonifico internazionale. In definitiva raccoglie un’identificazione della destinatario del bonifico. Il bonifico nazionale è leggermente diverso e non ha bisogno del Bic, ma basta l’iban del destinatario.
Come si calcola il Bic?
La sequenza alfanumerica del Bic è composta o da 8 oppure da 11 caratteri, ed è universalmente o quasi, così suddivisa: le prime quattro lettere della sequenza sono identificative dell’istituto di credito, poi “IT “ è invece identificativo del paese di origine, quindi in questo caso dell’esempio, Italia. Gli altri due caratteri successivi, sono identificativi del paese o città della banca, e si chiama “location code”, le ultime tre invece, sono identificative della filiale alla quale ci stiamo rivolgendo. La reperibilità di questo codice è oltremodo semplice se non fosse altro per il fatto che i maggiori istituti di credito dispongono di un sito internet, all’interno del quale il codice è facilmente reperibile, se invece ne cercate uno specifico, basta inserire nome della Banca, città e filiale di riferimento della vostra ricerca e facilmente reperirete il codice.
Swift o Bic: sinonimi o contrari?
Tornando a quanto detto sopra, e parlando della dimistichezza di certe argomentazioni, non tutti sanno che lo Swift e il Bic, sono la medesima cosa. Entrambi sono utilizzati e servono per identificare l’istituto bancario di riferimento. Anche se è bene sottolineare che ci sono dei casi in cui i due codici non sono accomunabili, ed il caso è il seguente. Trattasi di bonifici manuali, che se all’ottava cifra del codice Bic presentano il numero 1, vuol dire che lo swift e il bic non sono la stessa cosa, e per poter essere sicuri che il bonifico vada a buon fine, è bene e consigliabile chiamare la propria banca di riferimento e chiederne riscontro immediato prima di inviare il bonifico.
Bonifici Sepa: cosa è cambiato dal 1 gennaio 2018?
Dal primo gennaio 2018, per poter ricevere o inviare qualsiasi bonifico, c’è bisogno esclusivamente del codice IBAN e non più di ABI e CAB, come prima,questo perchè con l’introduzione del sistema SEPA, che raccoglie tutti i Paesi dell’Europa all’interno dei quali è possibile scambiare bonifici, è tutto più semplificato, pagare o essere pagati risulta un gioco da ragazzi. Tutto questo semplifica anche il mondo roboante del lavoro e nello specifico del precariato, e del datore di lavoro furbo che non potrà più dire “Ci vediamo settimana prossima, perchè sono fuori!” No. Il bonifico Sepa, riduce i tempi ed è fattibile da una qualsiasi rete internet.
In conclusione, non è sempre facile avere a che fare con gli istituti di credito, e spesso vorremmo tornare a conservare i nostri risparmi sotto al materasso, come facevano le nostre nonne, ma non perdiamoci d’animo, e quei pochi spiccioli sicuri che abbiamo, è bene tenerli al sicuro!