Epidurale: fa male? Perché sceglierla? In quali casi è necessaria?

L’epidurale è una delle tipologie di anestesia effettuate a livello locale durante la quale l’anestesista inietta farmaci anestetizzanti nella zona epidurale della colonna vertebrale. Con questa tipologia di anestesia è possibile annullare la sensazione dolorosa della parte bassa del corpo senza addormentare completamente il paziente. Trova ampio utilizzo in campo ostetrico ginecologico per eliminare il dolore durante il parto e in caso di travaglio particolarmente doloroso ma anche durante il parto cesareo.

Come si fa l’epidurale?

L’anestesia epidurale viene eseguita mediante iniezione di medicinali a funzione anestetica nell’area epidurale della colonna vertebrale. Nell’ago si inserisce un catetere che entrerà nell’area epidurale al cui interno scorrerà l’anestetico che addormenterà la zona desiderata.

L’epidurale fa male?

L’anestesia epidurale è un’operazione che può provocare dolore; può essere percepito un senso di disturbo o malessere ma, seppur a volte intenso, dura non più di qualche istante. Una delle sensazioni più comuni è quella della cosiddetta “scossa”, percepita se il catetere entra in contatto diretto con i nervi.

Successivamente all’iniezione dell’anestetico, la sensazione più frequente è quella di torpore alla parte bassa del corpo, dal bacino in giù, generalmente. Il massimo dell’effetto si ha dopo 20-30 minuti dall’infusione. In caso di necessità le infusioni vengono ripetute . L’effetto dell’anestesia scompare entro 3 ore dall’ultima infusione, tutto torna nella norma anche in un paio d’ore ma è bene rispettare un po’ di riposo per la completa ripresa di tutte le funzioni e funzionalità.

Controindicazioni

Come per tutte le procedure mediche, anche l’anestesia epidurale ha delle controindicazioni, le principali possono riguardare manifestazioni allerghiche ai medicinali utilizzati, difficoltà relative alla coagulazione, gravi patologie alla schiena dovute ad esempio ad anomalie al midollo spinale o anche casi di infezioni diffuse che possano rappresentare un rischio per il paziente che si sottopone all’anestesia.

Quando è necessario farla

L’epidurale è da sempre un argomento fortemente dibattuto. Talvolta possono però presentarsi delle condizioni in cui questa scelta diventa obbligatoria per la tutela sia della mamma che del nascituro.

Per esempio in presenza di un parto difficile e prolungato, l’epidurale aiuta la progressione del feto rilassando la muscolatura e riducendo lo stress materno, soprattutto se la partoriente soffre di malattie cardiovascolari o respiratorie.

Possibili complicanze dell’epidurale

L’anestesia epidurale è una procedura sicura, come ogni pratica eseguita in sala operatoria però può essere suscettibile di complicazioni che ne possono inficiare il normale decorso.

Tra queste complicanze, le più frequenti sono: repentino calo della pressione causato dall’anestesia, nausea, emicrania (spesso causata da danni accidentali dell’iniezione stessa), vomito, mal di schiena, manifestazioni allergiche di varia entità e infezioni più o meno gravi che possono anche dare la loro comparsa sulla lunga distanza e che, nonostante il trascorrere del tempo, potrebbero degenerare in condizioni patologiche anche molto gravi a livello neurologico, compromettendo anche definitivamente lo stato di salute del paziente che ha subito l’anestesia.

A eccezioni di casistiche particolari però l’epidurale viene considerata una tipologia anestetica sicura che, in determinati casi, risulta essere anche assolutamente necessaria per evitare quella totale.

Danila Autore

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