Sono sempre di più le aziende che, tra i loro obbiettivi, annoverano l’apertura verso nuovi mercati internazionali. Il processo di internalizzazione può essere abbastanza complesso, soprattutto se l’impresa non ha esperienza nella sperimentazione di nuovi modelli di business o non ha individuato un partner strategico che la possa affiancare in questa delicata transizione.
Le variabili da valutare, infatti, sono numerose: dalla scelta del mercato di riferimento all’individuazione delle giuste risorse, fino all’analisi delle problematiche; scegliere di immettersi in nuovi segmenti ancora sconosciuti comporta sempre un certo impiego di energie.
L’importanza di un supporto qualificato per creare un modello di business vincente per l’estero
È importante, quindi, intraprendere il percorso di crescita verso il mercato estero con un adeguato supporto professionale, così di far beneficiare la propria impresa della competenza di esperti del settore.
Proprio per affiancare le aziende del Made in Italy in questo viaggio è nata DLike (Sito web), un’innovativa start up che ha come obbiettivo quello di aiutare le PMI a sviluppare le competenze e le strategie di business in modo autonomo e indipendente.
Alla base del servizio di DLike vi è un’analisi preliminare del mercato condotta anche attraverso sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale utili a individuare i mercati ad alto potenziale. Poi, una volta una strategia di primo livello, grazie alla divisione DLLab, sarà possibile testarla direttamente sul mercato al fine di ottenere informazioni di mercato utili a stabilire i punti di forza e di debolezza da correggere. In seguito, si potrà passare all’individuazione di risorse interne e/o esterne alle quali trasferire on the job e in aula un programma di formazione e di aggiornamento costante.
Proprio l’aggiornamento è, non a caso, un elemento importante del percorso disegnato da DLike. Solo il continuo confronto con le novità imposte dai mercati di riferimento, infatti, sarà in grado di condurre le PMI italiane a gestire la rivoluzione commerciale e tecnologica senza perder di vista il loro DNA di aziende pratiche e pragmatiche. Infine, un accento particolare viene posto da DLike sulle potenzialità del networking. Costruire una ricca rete di relazioni tra manager interni ed esterni all’azienda porterà alla crescita e permetterà di confrontarsi al pari dei competitors più bravi.
Quali caratteristiche deve avere un Business Model orientato all’export
Un business model studiato per traghettare l’impresa verso mercati esteri deve necessariamente tenere conto di alcuni aspetti. Innanzitutto, il settore in cui la PMI si trova a dover competere e i suoi principali interlocutori.
Poi, esso dovrebbe analizzare i bisogni, le aspirazioni e le caratteristiche dei futuri potenziali clienti che potrebbero anche essere molto differenti rispetto al bacino di utenti che già usufruisce dei servizi all’interno dei confini nazionali. Infine, saper valutare la situazione macro-economica del paese di riferimento, in rapporto alle sue condizioni di vita restituisce informazioni indispensabili per iniziare a disegnare una strategia vincente di crescita commerciale.
Indagare a fondo la propria audience di riferimento, imparando a conoscerne la disponibilità economica, le abitudini d’acquisto e i riferimenti socio-culturali è un passo indispensabile, non solamente per chi desidera espandersi al mercato estero. Tuttavia, se l’intenzione è quella di portare la propria azienda fuori dai confini nazionali, è altresì fondamentale dedicare tempo e risorse ad analizzare a fondo le peculiarità del mercato estero.
Solo a questo punto si potrà arrivare a definire alcuni aspetti basilari dell’organizzazione aziendale come, ad esempio, la scelta dei canali distributivi corretti.
Ci possono essere, infatti, numerose alternative, ma solo i dati ricavati dalle indagini preliminari potranno fornire le risposte desiderate. L’azienda può scegliere, ad esempio, di vendere i propri servizi attraverso una rete distributiva diretta oppure una che si avvale di agenti, o, ancora, di appoggiarsi alla grande distribuzione, ai piccoli business di prossimità oppure, in alternativa, di sfruttare solo il canale dell’e-commerce.