Sono molti i fattori e le circostanze che possono portare una persona a procurarsi una ferita o lesione dei tessuti e, a tal proposito, è fondamentale per l’organismo il processo di riparazione dei tessuti stessi. Questo fenomeno prende in causa diverse cellule che nel sito del danno partecipano in maniera diretta al processo di riparazione, ovvero la sintesi di tessuto connettivo e la sua maturazione a tessuto cicatriziale.
In parole semplici, si tratta di un processo biologico che permette ai tessuti di ripararsi autonomamente nel momento in cui sul nostro corpo si verifica una lesione o una ferita, portando questa a cicatrizzarsi.
Fasi della riparazione tissutale
Il processo dinamico di riparazione tissutale, essenziale per il nostro organismo, prevede tre fasi.
Fase infiammatoria
Questa prima fase, che tende a manifestarsi nei primi 3 giorni dopo la lesione, gli elementi che risultano essere più importanti sono le piastrine, che consentono la formazione del coagulo provvisorio e attivano la coagulazione, oltre a permettere l’inizio della produzione di citochine che, a loro volta, attivano leucociti e macrofagi.
Dopo questa prima parte detta fase coagulativa, inizia perciò la vera fase antiinfiammatoria che rappresenta proprio la difesa dell’organismo contro gli agenti patogeni di varia origine. Durante questa fase vi è una maggiore irrorazione sanguigna nell’area della ferita e, allo stesso tempo, vi è un aumento della permeabilità capillare e dell’essudazione del plasma nell’interstizio.
Questo porta alla migrazione dei fagociti nella zona della lesione in due diverse ondate, una a distanza di circa 1-2 ore dall’altra. I fagociti, oltre a divorare i batteri, secernono enzimi proteolitici che rimuovono le componenti danneggiate e questo processo porta in genere alla formazione di pus. Dopo circa 24 ore, i macrofagi terminano di detergere la lesione eliminando il pus e prendono il posto delle piastrine nella produzione di citochine.
Fase proliferativa
Questa seconda fase, con una durata di 3-6 giorni, serve per la formazione del tessuto di granulazione. Il processo parte dalla sostituzione dei macrofagi con i fibroblasti, i quali producono i precursori del collagene, dei proteoglicani, dell’elastina, e delle altre glicoproteine che maturano al di fuori delle cellule.
Con l’aumento del collagene, e un processo chiamato fibrinolisi, viene demolita la rete di fibrina e i vasi occlusi vengono nuovamente ricanalizzati. Il tessuto a questo punto dovrebbe avere una colorazione rosa-salmone ed essere lucido e umido come segno di buona guarigione.
Fase di maturazione
In questa terza e ultima fase, i fibroblasti del tessuto di granulazione, dopo la loro attività di secrezione si trasformano in parte in miofibroblasti e in parte in fibrociti. In questo momento il tessuto perde la componente cellulare ma continua la deposizione di collagene di tipo I che va in maniera graduale a sostituire il collagene di tipo III fino a ristabilire il normale rapporto di 5 a 1 tra le due componenti.
Viene quindi a formarsi il tessuto cicatriziale, per il primo mese costituito quasi esclusivamente da tessuto connettivo acellulare ricoperto dall’epidermide. Successivamente, con il passare del tempo, la cicatrice raggiunge il massimo grado di resistenza alla tensione, che rimane comunque leggermente inferiore rispetto a quello del tessuto integro.