Quando si ha un’azienda, sono molti gli aspetti e le regolamentazioni da conoscere per svolgere la propria attività nel pieno rispetto delle norme fiscali vigenti, rispettando i proprio doveri e anche conoscendo i propri diritti.
Per quanto riguarda il tema, sempre delicato, delle imposte sui redditi, l’articolo 101 Tuir contiene al suo interno (nel paragrafo “minusvalenze patrimoniali, sopravvenienze passive e perdite”) tutte le disposizioni in merito alla deducibilità di alcuni componenti negativi del reddito d’impresa, permettendo così di considerare fiscalmente rivelanti i costi sostenuti solo al ricorrere di particolari condizioni che consentono di riscontrare e soddisfare i principi di certezza e obiettiva determinabilità delle spese imputate in bilancio.
Si parla in questo caso di sopravvenienze, ovvero di componenti straordinari di reddito: si tratta, quindi, costi e ricavi che non vengono generati dalla normale attività di impresa e che non sono ricorrenti, e possono essere attive o passive.
Sopravvenienze passive: definizione e significato
Che cosa sono quindi le sopravvenienze passive? Si tratta di componenti di reddito che nascono da operazioni straordinarie o da eventi eccezionali. In particolare, sono definite sopravvenienze passive tutte le passività nuove che si vanno ad aggiungere alle precedenti, o in caso di nuovi costi che risultano essere riferimenti ad operazioni estranee alla normale attività di gestione svolta dall’impresa.
Quindi possiamo affermare che la nuova passività deriva da eventi imprevedibili, occasionali o accidentali, come ad esempio possono essere:
- risarcimenti a terzi per danni provocati dalla propria attività e non coperti dalla propria assicurazione;
- accertamenti di debiti che si riferiscono ad attività precedenti a quella attuale;
- multe per mancato rispetto del codice della strada;
- correzione di errori contabili relativi ad esercizi ormai chiusi.
Per dirla con parole semplici, le sopravvenienze passive sono costi straordinari, imprevedibili, che si aggiungono ai costi ordinariamente sostenuti dalla società. Dipendono quindi da eventi accidentali, come un allagamento improvviso, un inquinamento involontario provocato dall’azienda, un incidente. Avendo provocano un danno, seppur involontario, l’azienda è chiaramente costretta a risarcirlo e quindi ecco che si trova a dover sostenere un costo che non era stato previsto né preventivato.
Uguale il caso in cui l’azienda sia multata per infrazione del codice della strada, ma la multa arrivi a destinazione dopo la chiusura del bilancio dell’esercizio a cui è stata attribuita. Al contrario invece, si parla di sopravvenienze attive quando si ha una nuova attività che si va ad aggiungere alle precedenti, oppure nuovi ricavi nati da operazioni extra o estranee alla normale attività dell’impresa, e che si manifestano in modo accidentale e imprevisto.
Quindi, sebbene siano entrambe impreviste, le sopravvenienze attive riguardano guadagni extra, quelle passive invece si riferiscono a costi extra.
Quando si applicano le sopravvenienze passive
L’articolo 101 Tuir prevede che le sopravvenienze passive possano essere deducibili solo nel caso in cui sia possibile provare concretamente che la ritardata registrazione del costo non era prevedibile in alcun modo, o che il costo in eccesso provenga da eventi precisi che non era in alcun modo possibile conoscere in anticipo.
In tutti in casi di sopravvenienza passiva non testimoniabile in modo concreto, la spesa extra risulterà indeducibile e l’azienda sarà costretta a pagarne il costo fiscale.