Camillo Golgi: chi era? Che cosa si sa della sua attività scientifica?

Nato a Corteno il 7 luglio 1843, Camillo Golgi è stato un importante scienziato, medico ed accademico italiano. Ha insegnato sia all’Università di Siena, istologia e patologia, sia a quella di Pavia. Vinse anche il premio Nobel nel 1906.

I suoi studi sono ancora oggi fondamentali nell’approccio alla scienza e alla medicina e lo rendono uno tra gli studiosi più importanti d’Italia, riconosciuto a livello internazionale.

Camillo Golgi: la vita

Nato in alta Val Camonica, dove il padre, medico, si è trasferito proprio a causa del proprio lavoro, Camillo Golgi vive in queste zone per quindici anni. Si diploma al Liceo Classico Arnaldo di Brescia e si laurea in Medicina, nel 1865, a Pavia con una tesi “Sull’eziologia delle malattie mentali”, discussa con Cesare Lombroso.

Da sempre appassionato di ricerca, come laboratorio usa una piccola cucina rudimentale. Qui allestisce anche un laboratorio di istologia dove, nel 1873, mette a punto la “reazione nera”, che permette di colorare selettivamente le cellule nervose. Nella sua carriera da ricercatore, però, scopre anche le fasi di sviluppo e di riproduzione del Plasmodium malariae e, non meno importante, descrive la precisa anatomia e la funzione delle terminazioni nervose dei tendini.

Si sposa nel 1877 con Evangelina Aletti e i due non avranno mai figli. Golgi si dedica poi anche alla politica, ricoprendo anche il ruolo di Assessore all’Igiene nel Comune di Pavia. Per lungo tempo fa anche parte del Consiglio Superiore di Sanità, proponendo anche la costruzione del nuovo Policlinico San Matteo di Pavia.

Camillo Golgi: la ricerca

Quella della ricerca è un’attività per lui fondamentale, che non riesce mai ad accantonare definitivamente. Dopo qualche anno di pausa, in cui si dedica soprattutto all’insegnamento in Università, nel 1898 ritorna a fare ricerca. Riprende quindi gli studi sulla cellula con lo stesso metodo messo a punto venticinque anni prima e scopre quindi uno dei suoi apparati fondamentali: il cosiddetto “complesso del Golgi”, l’apparato reticolare interno. La scoperta è sensazionale soprattutto perché avviene cinquant’anni prima dell’arrivo del microscopio elettrico: questo, secondo alcuni, gli sarebbe valso un Premio Nobel.

Il Nobel per la medicina arriva però qualche anno dopo, nel 1906. Lo ottiene per i suoi studi sull’istologia del sistema nervoso e, in particolare, per la messa a punto della reazione nera. Con questo premio, lo studioso raggiunge il massimo della sua fama internazionale. La sua attività di ricerca continua ma subisce una pausa negli anni della Prima Guerra Mondiale, quando dirige l’ospedale militare allestito nell’antico Collegio Borromeo di Pavia e promuove il trattamento riabilitativo dei feriti di guerra.

Dopo il conflitto torna a far ricerca fino al 1923. Anche negli ultimi anni della sua vita si dedica al suo lavoro e, nonostante la vecchiaia si stia imponendo su di lui, nel 1924 si reca a Roma per sostenere la nascita dell’Ospedale San Matteo. Muore il 21 gennaio 1926 a Pavia. Oggi, a poche centinaia di metri dalla sede dell’Università di Pavia, si può vedere la casa di Camillo Golgi e una lapide commemorativa: “In questa sua casa trascorse gran parte della vita operosa Camillo Golgi, per immortali scoperte gloria della scienza italiana, maestro fra i sommi nell’Università di Pavia, da lui accresciuta di prestigio e di mezzi, cittadino per pubbliche e private virtù incomparabile“.

Giulia Autore

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