I 10 comandamenti: quali sono e qual è il loro significato?

Tutti quanti conosciamo a memoria i dieci comandamenti dati così come lì si legge sulla Bibbia, precisamente nell’Antico Testamento, come Dio li avrebbe dettati a Mosè. Ma quanto abbiamo capito il significato di ciascuno di questi comandamenti, quante volte ci troviamo a non applicarli? Probabilmente molte volte, oppure siete di quelle persone che li seguono alla lettera senza capire il vero significato?

In quante parti si dividono i 10 comandamenti 

I dieci comandamenti si dividono in due parti: i primi tre regolano i rapporti tra Dio è l’uomo, mentre gli altri sette riguardano i rapporti con il prossimo. Ricorderemo certamente poi uno dei comandamenti dati nel Nuovo Testamento, che forse riassume totalmente il modo di rapportarsi cristiano verso il prossimo: “Ama il prossimo come te stesso”, è di difficile applicazione, al giorno d’oggi.

I significati dei 10 comandamenti

1) Non avrai altro Dio all’infuori di me:

Semplice e chiaro come può essere questo comandamento, non può esserlo nessun altro. E certamente non si parla solo di avere altri idoli da anteporre, quali possono essere attori o cantanti tutti. Anche ciò che è materiale, come il denaro, viene trattato come un Dio.

2) Non nominare il nome di Dio invano

Dio non si può nominare, a meno che non sia un’invocazione data per motivi più che giustificati, come quando gli si chiede aiuto oppure si prega. Difatti tutti coloro che si permettono di offenderlo con una bestemmia, sbagliano di brutto nei confronti di Dio e volendo, anche di tutti i santi.

3) Ricordati di santificare le feste

E sarebbe a dire di festeggiare Dio, poiché anche lui, nei giorni che ha istituito come festivi, dove non bisogna lavorare, ha creato l’uomo mentre il settimo è rimasto fermo.

4) Onora il padre e la madre

In questo comandamento si esige il rispetto verso i genitori che è sacro, come è sacro l’amore che li ha uniti e da cui siamo tutti quanti nati. Sono i genitori infatti che ci hanno fatto dono della nostra vita e molte volte hanno sacrificato i loro avere perché noi crescessimo in salute e sereni.

5) Non uccidere

Questo è uno dei comandamenti più importanti, come il sesto e tutti quelli verso il prossimo e contro Dio. Uccidere qualcuno vuol dire togliere la vita che Dio gli ha donato, l’unica cosa su cui solo Egli stesso può decidere, avendo un disegno ben preciso per tutti noi. Chi uccide disgrega tale disegno e va contro Dio.

6) Non commettere atti impuri (violenza e adulterio).

Bisogna pensare ai rapporti sessuali come ad un’azione che permette di generare la prole, non solo per provare il piacere della carne, spesso a scapito di chi non è consenziente in tali atti. Se usato contro la volontà di qualcuno che, e soprattutto, non sia legato a noi da un legame prettamente sacro. Anche la violenza contro gli stessi figli è un peccato che va contro questa legge divina. Tutto ciò che non leghi sesso e amore tra due coniugi è sia violenza che un’azione irrispettosa nei confronti dei più deboli.

7) Non rubare

Rubare è un’azione che si compie oggi come si compiva allora, ma non dipende né dalla qualità né dalla qualità di ciò che si ruba. L’uomo infatti è stato creato da Dio per essere onesto, che non deve avere bisogno di compiere tali gravi azioni, perché tutto ciò che gli viene dato da Dio è tutto ciò che in realtà l’uomo a bisogno, senza detenere di più, soprattutto se preso da altri che rimangono senza. Nel vangelo di Matteo si spiega che l’azione del furto “leva onore all’uomo”.

8) Non dire falsa testimonianza

Dire menzogne, come rubare, alle volte, non si rivela quasi mai un problema per l’uomo: questo serve a proteggersi , ma solo agendo con egoismo. Questo comandamento invece insegna che bisogna essere sempre a servizio della verità, sapendola servire con coraggio, seppure sia dolorosa. Tradire il precetto della verità significa anche tradire noi stessi, poiché siamo stati creati per essere onesti.

9) Non desiderare la donna (o l’uomo) d’altri

Con questo ci si collega direttamente al sesto comandamento, che riguarda anche la fedeltà coniugale verso la propria moglie o marito. Pur sapendo che al tempo di Dio gli uomini non si facessero problemi di andare per prostitute, probabilmente non si rendevano conto di andare contro questo precetto divino importante. Anche il solo pensiero di desiderare qualcuno che coniugalmente appartiene ad altri oppure non fa parte della vostra vita di coppia è un peccato che non bisogna commettere.

10) Non desiderare la roba d’altri

Suddetto comandamento si collega al quinto precetto divino del “non rubare”, ma anche al non provare invidia e rabbia per qualcuno che ha ciò che noi vorremmo ma che non possiamo possedere per qualche specifico motivo. L’invidia e la rabbia distrugge il cuore dell’uomo riempiendolo di vanità ed orgoglio.

Viola Autore

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