Muffa nera: come e dove si forma? Come si può eliminare?

Probabilmente sentendo l’espressione muffa nera avete pensato che fosse solo un modo per indicare il colore; invece è proprio una definizione tecnica. Anche perché esistono ben 10mila tipologie di muffa, anche se a occhi poco esperti possono apparire tutte uguali.

Tra quelle definite nere (in effetti sono più di una) la più comune è dovuta al fungo Stachybotry Chartarum, che emanano anche un odore persistente e fastidioso.

Quali sono le cause che fanno proliferare questi funghi? E come è possibile tenere la muffa nera lontano dalle nostre case? Vediamo come agire.

Muffa nera, i pericoli della condensa

Esattamente come i funghi di cui ci nutriamo – che rientrano anch’essi nell’ampia categoria delle muffe – anche lo Stachybotry Chartarum ha bisogno di un habitat umido. Il ristagno di umidità e la formazione di condensa nei locali della casa sono il motivo primo all’origine della comparsa della muffa nera.

Dato che prevenire è sempre meglio che curare, evitare il formarsi di umidità è il modo migliore per limitare il rischio della diffusione di spore. I rimedi da mettere in conto non sono difficili, ma è importante farlo con costanza.

Per prima cosa, arieggiare sempre le stanze, in particolar modo il bagno dopo la doccia, o i locali che ospitano il bucato steso ad asciugare. Attenzione ad angoli nascosti come le fessure della porta della doccia, o l’angolo dei muri del seminterrato; controllateli spesso e assicuratevi che siano sempre asciutti. Non esagerare con il riscaldamento, perché a contatto con l’aria umida aumentano il rischio di condensa.

Se avete individuato delle zone della vostra abitazione a rischio umidità, potete facilitare il ricambio dell’aria spostando i mobili dal muro; bastano anche solo pochi centimetri.

Muffa nera, quando si nasconde dentro i muri

Un’altra delle cause che possono creare l’habitat ideale per la muffa nera però non dipende dalle persone che vivono la casa. Se i materiali edili usati per costruire l’abitazione contenevano una quantità rilevante di cellulosa, hanno creato l’ambiente ideale per ospitare il fungo.

Ne deriva quella che viene definita “sindrome dell’edificio ammalato”, e purtroppo, a dispetto del nome, a star male sono in realtà gli inquilini.

I sintomi sono irritazione alle vie respiratorie, bruciore agli occhi, cefalea, vertigini e malessere. La causa dei disturbi è la contaminazione dell’aria.

Come intervenire

Se, a dispetto delle precauzioni prese, la muffa è comparsa lo stesso, bisogna agire tempestivamente. Rimuovete tutte la muffa, con candeggina diluita con acqua oppure prodotti appositi; arieggiate poi il locale vuoto per un paio di ore.

Poi è necessario assicurarsi che la muffa non si riformi. Il primo espediente è riverniciare pareti e soffitti con vernice antimuffa, che tiene lontane le spore. Poi controllare gli angoli in cui avete trovato il fungo per vedere se ci sono infiltrazioni: magari vicino a una finestra o a una porta. Nel caso, chiamate un tecnico per un lavoro di muratura.

Per prevenire la formazione di muffa nera negli angoli dei soffitti, è possibile installare delle piccole ventole, per facilitare il ricambio dell’aria. Se l’angolo è troppo lontano dalle finestre, infatti, anche l’uso di vernici antimuffa potrebbe non essere sufficiente allo scopo.

Marco Autore