Allattamento al seno: vantaggi, quando farlo e quando smettere

Quando arriva il momento successivo al parto, le domande maggiori delle neo mamme riguardano l’allattamento del bambino, la sua durata e le sue modalità. La Società Italiana di Neonatologia è molto chiara in merito a questo argomento: a meno che non ci siano complicanze fisiche, è sempre bene allattare al seno il proprio bambino, proprio perché questo gesto è la prosecuzione del legame che si è creato durante la gravidanza: tutte le mamme hanno la capacità di produrre latte, un alimento naturale dal massimo potenziale che aiuta il piccolo a nutrirsi in modo completo e a proteggersi da molte malattie, ma che ha dei benefici anche per la donna.

I vantaggi di allattare al seno

Il latte materno, quindi, è un super alimento che fa benissimo al bambino, e che è fondamentale nel suo sviluppo e per la sua salute: prima di tutto il latte della mamma consente la costruzione di una forte flora batterica intestinale, e contribuisce a sviluppare un sistema immunitario sano.

Inoltre, secondo gli studi dei neonatologi della Società Italiana di Neonatologia, i bambini allattati al seno nei primi sei mesi di vita risultano più protetti dal rischio di infezioni respiratorie e urinarie, dal rischio di allergie e asma e dal rischio di diabete.

Ma anche la donna ha dei benefici notevoli dall’allattamento al seno: chi sceglie questo sistema, infatti, ha un rischio inferiore di sviluppare tumori alla mammella e osteoporosi, e inoltre secondo gli esperti chi allatta al seno ha una capacità maggiore e più veloce di ripresa da gravidanza e parto. Inoltre, l’allattamento al seno permette alla mamma di sviluppare un profondo legame con il figlio, un legame naturale che così va ad alimentarsi ancora di più.

Quando allattare al seno e quando smettere

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, come raccomandazione generale per la salute pubblica mondiale, l’allattamento al seno va iniziato subito dopo la nascita del bambino e avendo cura di instaurare, da subito, un contatto pelle a pelle.

Questo tipo di alimentazione va portato avanti fino al sesto mese in modo esclusivo, quindi dando solo il latte materno al bambino senza aggiungere acqua, succhi o altri tipi di liquidi. Per quanto riguarda la quantità, non tutti i bambini sono uguali e ognuno ha le proprie necessità, che sicuramente saranno indicate accuratamente dal pediatra di riferimento. In generale, si è riscontrato come la maggior parte dei bambini si nutre circa 8 volte in 24 ore, anche se i primi giorni le poppate possono essere più frequenti.

Inizialmente è anche possibile che il neonato non si svegli da solo per mangiare, o si addormenti poco dopo aver cominciato la poppata, e quindi è necessario svegliarlo e incoraggiarlo a nutrirsi, fino a quando non impara a farlo da solo. Dopo il compimento del sesto mese di vita è il momento di iniziare un tipo di alimentazione prevalente, ovvero che sia principalmente costituita dal latte materno ma che gradualmente vada ad inserire altri alimenti: questa può essere portata fino a un anno di età, o per un periodo più lungo in base alle necessità della mamma e del bambino, e alle indicazioni del pediatra.

Danila Autore

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