L’Eiger è una delle vette più conosciute d’Europa e, per certi versi, più temute persino dagli alpinisti più bravi. Nonostante il timore quasi reverenziale che incute, si tratta di una delle mete imperdibili per gli amanti della montagna. L’Eiger si trova in Svizzera, nel Cantone di Berna, accanto al Jungfrau e al Monch, insieme a cui forma un trittico montuoso conosciuto in tutto il mondo. Quali sono le principali caratteristiche di quest’imponente montagna alta quasi 4 mila metri? Qual è la sua storia in termini di scalate o tentate tali? Scopriamolo insieme!
Monte Eiger, la parete della morte
Il Monte Eiger ha delle caratteristiche fisiche che, da sempre, incutono tantissimo timore in tutti gli appassionati. Stiamo parlando di un’impervia quanto pericolosissima parete nord, la cosiddetta Nord Wand. Questa è stata soprannominata anche Mord Wand ovvero Parete della Morte. Ciò la dice tutta su quelle che sono state le tragedie vissute da tantissimi alpinisti ed appassionati che, cercando di raggiungerne la cima (a 3.967 metri) persero la vita in condizioni molto estreme. Per chi non è interessato alla scalate, comunque, è possibile raggiungere il cosiddetto “Ragno Bianco”, una sorta di figura naturale che con le scanalature scavate sulla parete dell’Eiger richiama, per l’appunto, la fisionomia di un ragno.
Il panorama che vi si gode è indimenticabile! A metà altezza si trovano dei sentieri che sono percorribili anche da chi non è fisicamente preparato ad affrontare la grande montagna. Circa 6 Km si percorso per perdersi tra le meraviglie naturali offerte dall’Eiger. A proposito del nome di questo imponente massiccio montuoso, vi sono attualmente due ipotesi in merito alla sua origine. La prima vorrebbe il termine derivante da Aiger, il nome di uno dei primi dei coloni che arrivo ai piedi della montagna. Secondo un’altra corrente di pensiero è molto più probabile che derivi dal latino Acer ovvero “Appuntito”. Con questo termine si richiamerebbe la forma appuntita dell’Eiger.
La parete nord e i vari tentativi di scalata
La parete nord del monte Eiger rappresenta una difficoltà incredibile per tutti gli appassionati. Ciò si deve per lo più alle condizioni ambientali che la contraddistinguono e, tecnicamente parlando, al fatto che è troppo verticale con quote altimetriche troppo elevate. Le frane e i distaccamenti di rocce (più o meno importanti) sono praticamente all’ordine del giorno e sono in diversi gli scalatori che hanno perso la vita perché colpiti alla testa da frammenti del monte. Diversi sono stati, negli anni, i tentativi di raggiungere la cima. Prima della spedizione “del successo”, però, vi sono state diverse tragedie sull’Eiger.
Il primo tentativo risale al 1934 da parte di tre alpinisti tedeschi. Arrivati a 2.900 metri i tre decisero di ritirarsi. L’anno dopo altri due tedeschi riuscirono a raggiungere i 3.300 metri di altezza. Le brutte condizioni meteo, comunque, avevano costretto all’abbandono a cui, comunque, seguì la morte in quello che oggi è noto come “bivacco mortale”. I primi italiani a tentare l’impresa furono, nel 1938, Sandri e Menti. I due non riuscirono a portare a termine la spedizione e trovarono la morte sull’Eiger.
La parete nord fu, finalmente, sconfitta il 24 luglio 1938 quando 4 alpinisti, due austriaci e due tedeschi (Heckmair, Vorg, Kasparek e Harrer) riuscirono a raggiungerla, seppur in mezzo ad un’incredibile tempesta. Da allora vi sono state altre scalate terminate col successo così come altrettante in tragedia. Se questa è la situazione con la parete nord, le cose non vanno meglio con quella a sud. In questo caso, però, si tratta di una parete praticamente impraticabile dal momento che risulta pienissima di crepacci.